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Molluschicoltura

I molluschi possono arrivare sui banchi delle nostre pescherie o tramite la pesca comune, che viene praticata nel nostro Mar Mediterraneo, o direttamente da allevamenti che l’uomo ha costruito per rendere più proficua la propria produzione.
Bisogna innanzitutto considerare che l’Italia è uno dei maggiori produttori di Mitili (molluschi) a livello mondiale. Siamo infatti primi in Europa con 132 mila tonnellate e secondi nel mondo. Di queste 132 mila tonnellate solo trenta mila provengono da raccolta in natura, il resto è prelevato da allevamenti che di solito sono situati lungo tutta la costa Adriatica.
Definiamo per prima cosa la parola Molluschicoltura: essa è una tipologia di allevamento che si basa sulla tecnica dell’acquacoltura estensiva, in quanto tutti i molluschi traggono cibo dall’ambiente circostante e l’unico intervento umano si riduce al mantenimento dell’impianto di allevamento.

Quello che viene definito “Seme”, ossia la larva del mollusco ancora non sviluppata, viene di solito preso durante la primavera nei banchi naturali, oppure da altri impianti, e viene poi appeso a dei filari galleggianti a circa due o tre metri dalla superficie dell’acqua. Il raccolto comincia a fine autunno quando i cosiddetti mitili hanno raggiunto una grandezza standard per il commercio. In questo periodo di sospensione dall’allevamento vengono effettuate operazioni di manutenzione, come la pulizia dell’ambiente, per favorire ovviamente la futura crescita dei nuovi molluschi.

Abbiamo dunque detto che la Molluschicoltura ha avuto un incremento decisivo negli ultimi dieci anni, soprattutto lungo la costa dell’Adriatico centro settentrionale. Qui è possibile trovare degli impianti di tipo Long-line sia in mare aperto che in ambienti costieri confinati.  Ovviamente questo tipo di acquacoltura non è privo di rischi, perché qualsiasi genere di problematica, legata al fattore ambientale ed ecologico potrebbe distruggere tutto l’allevamento.
Altra modalità per creare altri banchi di mitili (oltre all’insediamento di un seme) è quello di immergere nel fondale marino dei supporti artificiali. In questo caso le larve presenti in grande quantità nell’ambiente circostante possono in piena tranquillità depositarsi su queste superfici e crescere secondo un proprio ritmo naturale.

Come abbiamo già spiegato in precedenza il prodotto finale, cresciuto in allevamento, non differisce rispetto a quello cresciuto in natura, né per genuinità, né per sapore. Trattandosi di acquacoltura estensiva i molluschi possono nutrirsi di tutti gli elementi di cui si nutrirebbero se fossero in mare aperto (ovviamente stessa cosa non si può dire per l’allevamento di pesce in cui l’uomo provvede anche all’alimentazione tramite mangimi).

Come allevarli

Per essere sicuri di aver a che fare con del pesce fresco dobbiamo di certo imparare a distinguere il pesce pescato in natura da quello allevato, e considerare anche dei termini specifici che a volte ci lasciano un po’ perplessi. In questa sezione non solo spiegheremo cos’è l’acquacoltura, ma ci addentreremo in maniera più approfondita a parlare di quella che viene definita Molluschicoltura!

Per acquacoltura si intende la produzione di organismi acquatici, in particolare pesci, molluschi e crostacei (a volte anche alghe) in ambienti limitati e controllati dall’uomo. In base al tipo di allevamento questi ambienti vengono chiamati vivai, valli da pesca o peschiere. Esistono tre tipi di acquacoltura: quella estensiva, intensiva e perintensiva!

L’acquacoltura estensiva è da ricondurre all’allevamento in bacini, controllando sostanzialmente la natura e lo stato del fondale e degli argini, di solito aumentando la produttività attraverso la concimazione preventiva. Il pesce cresce in funzione della densità di allevamento e delle condizioni ambientali.

L’acquacoltura intensiva è caratterizzata da un allevamento incrementato, oltre dalla naturale produttività del bacino, anche da alimentazione integrata artificialmente, tramite quindi somministrazioni di mangimi formulati o alimenti naturali.

L’acqucoltura iperintensiva invece è costituita da allevamenti in cui l’acqua dei bacini viene continuamente rinnovata e che nonostante questa ha continuo bisogno di ulteriore ossigenazione per la corretta respirazione del pesce. Vengono controllati moltissimi parametri ambientali come la temperatura, l’ossigeno, l’illuminazione, il pH, la salinità….

La Molluschicoltura anche se non rientra precisamente in queste tre distinte modalità di acquacoltura può essere avvicinabile al tipo di allevamento estensivo, in quanto gli alimenti vengono tratti dall’ambiente circostante e l’intervento umano è pressoché minimo.

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