Come allevarli
Per essere sicuri di aver a che fare con del pesce fresco dobbiamo di certo imparare a distinguere il pesce pescato in natura da quello allevato, e considerare anche dei termini specifici che a volte ci lasciano un po’ perplessi. In questa sezione non solo spiegheremo cos’è l’acquacoltura, ma ci addentreremo in maniera più approfondita a parlare di quella che viene definita Molluschicoltura!
Per acquacoltura si intende la produzione di organismi acquatici, in particolare pesci, molluschi e crostacei (a volte anche alghe) in ambienti limitati e controllati dall’uomo. In base al tipo di allevamento questi ambienti vengono chiamati vivai, valli da pesca o peschiere. Esistono tre tipi di acquacoltura: quella estensiva, intensiva e perintensiva!
L’acquacoltura estensiva è da ricondurre all’allevamento in bacini, controllando sostanzialmente la natura e lo stato del fondale e degli argini, di solito aumentando la produttività attraverso la concimazione preventiva. Il pesce cresce in funzione della densità di allevamento e delle condizioni ambientali.
L’acquacoltura intensiva è caratterizzata da un allevamento incrementato, oltre dalla naturale produttività del bacino, anche da alimentazione integrata artificialmente, tramite quindi somministrazioni di mangimi formulati o alimenti naturali.
L’acqucoltura iperintensiva invece è costituita da allevamenti in cui l’acqua dei bacini viene continuamente rinnovata e che nonostante questa ha continuo bisogno di ulteriore ossigenazione per la corretta respirazione del pesce. Vengono controllati moltissimi parametri ambientali come la temperatura, l’ossigeno, l’illuminazione, il pH, la salinità….
La Molluschicoltura anche se non rientra precisamente in queste tre distinte modalità di acquacoltura può essere avvicinabile al tipo di allevamento estensivo, in quanto gli alimenti vengono tratti dall’ambiente circostante e l’intervento umano è pressoché minimo.